SIGNORE D’AFRICA

12.07.2002

SIGNORE D’AFRICA

Con questa esposizione di maschere continua il nostro impegno nell’offrire un appuntamento annuale su temi che riguardano l’Arte Tribale, Arte Tradizionale o Arte Prima, come anche si suole definirla.
Con la passata mostra La Soglia Il Mito, abbiamo presentato una raccolta di serrature e porte del Mali, che ci hanno dato lo spunto per un ideale ingresso in un mondo celato, “altro” per definizione geografica e culturale, eppure cos“ presente a livello della nostra sensibilità più istintiva. Vogliamo ora proporre una selezione di maschere, muovendoci ancora una volta a cavallo di un sottile discrimine che potrebbe separare, ma che al contrario spiritualmente unisce due realtà e due mondi lontani, eppure cos“ intimamente legati. La maschera, in quanto espressione di altro che sta dietro, che sta oltre, è rappresentazione e sintesi della dualità del reale.
In Africa, è la manifestazione artistica più alta e terrificante.
La sua apparizione desta sgomento, meraviglia, allegria e, a volte, grande paura. Concepita per apparire, di fatto cela segreti insondabili per i non iniziati al culto. Seduce con le sue forme ed atterrisce nel suo intento imperioso, incanta con la sua danza. La nostra attenzione ne viene soggiogata e ne subiamo il duplice fascino: da un lato la soddisfazione estetica data dalla piacevole forma, dall’altro la carica evocativa, simbolica, drammatica di cui è pervasa. Si attiva una sorta di memoria ancestale che ci fa partecipi, al di lá del razionale, si un sentire profondo e affascinante. L’incontro con l’Arte Africana scuote i sensi, non lascia indifferente chi vi si avvicini con un minimo di curiosità.